Da quando la vendita di Cannabis Light è diventata legale anche nel nostro Paese, il numero di siti internet specializzati nel commercio di questa sostanza ha subito una crescita esponenziale.
Stando a quanto riporta ogni rivenditore di cannabis online, il prodotto commercializzato sul suo portale web sarebbe di qualità superiore rispetto agli altri, mostrando elevate proprietà terapeutiche pur mantenendo i valori complessivi di THC sotto la soglia prevista dalla legge (0.2 – 0,6 %).
Come è ben risaputo dai consumatori abituali di Cannabis Light, infatti, gli effetti rilassanti e calmanti di questa sostanza non sono legati al quantitativo di THC delle foglie (responsabile degli effetti psicoattivi della normale canapa), bensì a quanto CBD è presente nel prodotto finale.
Ma qual è il limite di CBD che possiamo effettivamente trovare in una foglia di Cannabis terapeutica?
La matematica non è un’opinione: il rapporto THC/CBD segue regole ben precise!
THC e CBD sono prodotti nelle foglie di canapa a partire dallo stesso precursore molecolare, un grande composto organico chiamato CBG-A.
Quest’ultimo, in seguito all’azione di due enzimi, può dar luogo a THC-A o CBD-A, due composti intermedi dai quali si sviluppano i principi attivi della cannabis mediante reazione di decarbossilazione.
THC e CBD sono dunque legati all’interno del piano metabolico delle foglie di canapa e la produzione dell’uno è necessariamente dipendente dalla produzione dell’altro. Per questa semplice ragione, non è possibile abbassare i livelli di THC al di sotto dello 0.5%, ad esempio, mantenendo allo stesso tempo una concentrazione di CBD superiore al 15-20%.
Ma allora, come si spiegano le etichette che spesso consultiamo su siti internet specializzati nella vendita di cannabis online, in cui si arriva a riferire di livelli altissimi di CBD (fino al 50%!) pur rimanendo nella legalità dei livelli di THC?
Come orientarsi tra truffe e false verità: pochi, semplici consigli per scegliere un prodotto di qualità
Quando si acquista della cannabis online, la prima regola per assicurarsi un prodotto che corrisponde a quanto descritto sulla sua etichetta è imparare a leggere quest’ultima.
Quando la descrizione del prodotto mostra livelli evidentemente poco veritieri sul suo contenuto di CBD (in relazione al rapporto con i massimi livelli di THc ammessi dalla legge), il consumatore dovrebbe mettersi in allerta, poiché probabilmente i valori riportati sono stati modificati al solo scopo di promuovere un prodotto per ciò che non è.
Sia ben chiaro: non è possibile, in nessun caso, giudicare la qualità della cannabis semplicemente basandosi sul suo contenuto di CBD. Un insieme di fattori, tra cui l’odore e l’aspetto, andranno a fare la differenza tra un prodotto mediocre e uno di qualità.
Quando si legge l’etichetta, inoltre, fate sempre caso ai dettagli. Quello che viene quantificato è il CBD o il suo precursore, il CBD-A ? La somma tra i due composti è indicativa della quantità finale di CBD attiva sul nostro organismo?
Fate attenzione, la risposta è NO! Se l’etichetta riporta il livello di CBD-A presente nelle foglie, è necessario moltiplicare questo numero per una costante (0.877) per risalire alla stima di quanto CBD sarà contenuto effettivamente nel prodotto una volta scaldato.